BARREA (AQ) La Passione Vivente
Racconto Fotografico di Mauro NAVARRA
Le più belle montagne dell’Appennino Centrale, la ricca vegetazione, l’abbondanza di acque, l’aspetto presepiale dei borghi, fanno da cornice ad una delle rappresentazioni religiose più suggestive a cui mi sia capitato di assistere durante le passate festività pasquali: “La Passione Vivente” di Barrea (AQ).
Grazie all’impegno dell’associazione “Antologia” che da molti anni mette in scena tale evento, nato da un’idea dell’ architetto Tommaso D’Amico si è potuto assistere ad una nuova rinascita del territorio che ha portato ad un aumento del turismo coinvolgendo molte forze giovanili.
Fin dalla mattina del sabato santo il paese viene preso d’assalto da fedeli, vacanzieri, fotografi ed ex emigranti. Nel pomeriggio, lungo le vie del borgo si susseguono i vari quadri teatrali relativi alla vita e la passione di Gesù, sentitamente interpretati da attori e figuranti locali, per un giorno orgogliosi protagonisti. Il tutto in un luogo magico, un balcone affacciato sul lago di Barrea.
Certo davanti a tali manifestazioni vengono subito alla mente le varie feste patronali trasformate in rituali sagre di paese che ormai da molti anni, complice la crisi economica e l’esodo degli abitanti, cercano di richiamare turisti per dare nuova linfa alle comunità. E non è facile in tali contesti il lavoro del fotografo che vuole ricercare l’autenticità dei luoghi, rappresentare i ricordi, le tradizioni, le peculiarità dei rapporti umani. Devo dire che in questo caso la manifestazione di Barrea è molto sentita e non c’è spazio per bancarelle e grigliate.
Le più belle montagne dell’Appennino Centrale, la ricca vegetazione, l’abbondanza di acque, l’aspetto presepiale dei borghi, fanno da cornice ad una delle rappresentazioni religiose più suggestive a cui mi sia capitato di assistere durante le passate festività pasquali: “La Passione Vivente” di Barrea (AQ).
Grazie all’impegno dell’associazione “Antologia” che da molti anni mette in scena tale evento, nato da un’idea dell’ architetto Tommaso D’Amico si è potuto assistere ad una nuova rinascita del territorio che ha portato ad un aumento del turismo coinvolgendo molte forze giovanili.
Fin dalla mattina del sabato santo il paese viene preso d’assalto da fedeli, vacanzieri, fotografi ed ex emigranti. Nel pomeriggio, lungo le vie del borgo si susseguono i vari quadri teatrali relativi alla vita e la passione di Gesù, sentitamente interpretati da attori e figuranti locali, per un giorno orgogliosi protagonisti. Il tutto in un luogo magico, un balcone affacciato sul lago di Barrea.
Certo davanti a tali manifestazioni vengono subito alla mente le varie feste patronali trasformate in rituali sagre di paese che ormai da molti anni, complice la crisi economica e l’esodo degli abitanti, cercano di richiamare turisti per dare nuova linfa alle comunità. E non è facile in tali contesti il lavoro del fotografo che vuole ricercare l’autenticità dei luoghi, rappresentare i ricordi, le tradizioni, le peculiarità dei rapporti umani. Devo dire che in questo caso la manifestazione di Barrea è molto sentita e non c’è spazio per bancarelle e grigliate.
Il riproporre comunque temi legati all’antichità, alla spiritualità ed ai cicli della terra, unitamente alle tradizioni locali contribuisce comunque, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni, a rinsaldare il legame con le proprie radici e con la propria cultura, trasmessa attraverso le gesta ed i racconti dei nonni. Si rafforza in tal modo, dal momento che ci troviamo nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, anche il forte legame di amore e rispetto per la natura che in questi luoghi è sempre esistito.
Una natura, per ricollegarci al tema del racconto, che si rigenera; come il seme messo sotto terra che germoglia e genera nuova vita così la collettività durante la settimana santa esorcizza la paura della morte e del dolore attraverso la speranza nella resurrezione, nel bene eterno e nel ricongiungimento con i defunti.
Tornando a parlare della manifestazione devo dire che il punto più toccante e che fa venire i brividi è la salita dei figuranti e di tutti i partecipanti lungo il ripido pendio della montagna, nella parte alta del paese, dove vengono innalzate le tre croci in un crescendo di musica che si fa sempre più drammatico interrompendosi di colpo in quello che parrebbe l’atto finale ma per riprendere, poi, trionfale con la resurrezione.
Il tramonto dietro i monti della Meta e delle Mainarde, con le acque del lago che riflettono le tonalità rosee del cielo, e le luci soffuse, che giungono dalle case disseminate nelle strette vie, contribuiscono a creare uno spettacolo suggestivo e indimenticabile, specialmente per un fotografo, che fa chiudere il sipario di quest’ ultima scena in uno scroscio di applausi.
Ringrazio tutti gli abitanti di Barrea che mi hanno accolto ed a cui sono debitore per la bella esperienza provata, gli attori, le comparse e tutta l’Associazione Antologia per l’impegno profuso nell’ organizzazione dell’evento. Un saluto infine al mitico Pasetta, l’ultimo nipote dei lupari, dispensatore di racconti e poesie.
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Grazie per la visita. Mauro NAVARRA photographer
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