STATUA di MARCO AURELIO sul Capitolium parla con un giovane diversamente abile sulla carrozzella e con la Statua del Dio Fluviale TIBERINUS alle sue spalle .
di Maurizio Macale
foto Archivio Navarra - Roma
MARCO AURELIO: Com’ è bello far la STATUA quann’ è sera, con il braccio bene alzato nel saluto…
Eh sì, pur essendo stato, oltre che condottiero di vittoriose truppe e Imperatore della Romana Gente, anche versàtile Autore di Ricordi ( A se stesso), e definito, infine, imperatore-filosofo per la mia moderazione da Stoico, scritti e fatti per i quali sono universalmente noto, ora ecco che mi trovo qui immobilizzato e congelato su questa Capitolina Arce Romana e con il braccio alzato a incoraggiare le truppe oramai immaginarie e di Romani de Roma, che versano in davvero triste situazione…Be’, mi dovevano pure commemorare -no?-, caro giovane in carrozzella?
GIOVANE in carrozzella: Certo! Sapessi che guai andando in giro per Roma… Questa non è più da più di trent’anni una città vivibile ed a misura d’uomo, di donna e nemmeno di bambino – oltre che di diversamente abile – a causa del lungo sonno dei cosiddetti ‘amministratori locali’ (e dei ‘politicanti’ nazionali). Tu, e non ti offendere, almeno sei lì come bloccato e immobile, ed un tempo eri un parallèlepipedo di marmo, poi uno scultore da quel blocco di dura materia ti ha tirato fuori, ed eri bello in attesa dentro il marmo pronto ad uscire così come oggi ti vediamo… Io, invece, trovo barriere ovunque, e sono costretto a rinunciare ad un sacco di occasioni e di circostanze, anche obbligatorie – quelle cui non si può certo rinunciare – , non posso nemmeno chiedere ad un ristorante di potere andare in bagno a fare un bisogno: non è mai possìbile… Nemmeno son padrone di fare la pipì. Tutto sorge in posizioni impossibili, in questa città e nei suoi esercizi commerciali, o in anfratti nascosti e contorti, comunque impraticabili, in ogni caso non certo favorevoli a chi, come me, è per disgrazia diversamente abile ( un tempo ci chiamavano, pensa tu che delicatezza, “stroppi”… ). Figuriàmoci, poi, i ben pochi bagni pubblici… Io purtroppo, non potendo alzarmi da questo aggeggio a ruote, che è, comunque, la mia salvezza, sono costretto sempre ad affidarmi alla bontà di amici o di passanti sensibili o di chiunque altro. Insomma, barriere ovunque, e ti senti nessuno in quest’Urbe un tempo – una vita fa – tanto bella e ormai non più accogliente…
‘Ingrata URBE, non avrai le mie ossa’ ( per dirla con le parole di Cristobal Colòn che era davvero stufo della sua Italia - ma era davvero Italiano ? - , dopo avere scoperto, pensa un po’, l’America, ché forse sarebbe stato meglio che non la scopriva e la lasciava stare lì dov‘era coi suoi bei popoli ‘precolombiani’, ancora, prima di lui, incontaminati e innocenti…).
Ah, potessi alzarmi a contemplare come te dall’alto questa distesa di bei romani tetti… Che mi rispondi, grande Marc’Aurelio? Tu che hai trascorso gran parte della tua vita fuori da Roma impegnato in combattimenti ( ah, ‘sti barbari!...), tu che nemmeno sei riuscito a morire nella tua Roma preso com’eri a combattere Germani, Quadi e Marcomanni, ma in ogni caso, a motivo della vastità dell’Impero, hai reso l’anima agli Dèi pur sempre all’interno dell’Ecumène allora conosciuto, a Vienna (allora si chiamava Vindobona), un ‘migrante’, insomma, ante litteram, anche se migrante’ al contrario (invece di nascere fuori Roma, sei semplicemente morto fuori Roma, e fuori Roma hai trascorso il meglio della tua vita)…
MARCO AURELIO: La vedi ‘sta specie de ‘ciovetta’ – così amano chiamarla i romani pe’ tradizione – che il mio cavallo porta dritta tra le orecchie? Stai bene attento che quella non è né un ciuffo de peli né una ‘ciovetta’ né nient’altro de profano: è una fiamma erta, di quelle che con un fuoco Sacro, presto, se nun la facciamo finita, brucierà tutta Roma – puro cor Parlamento e cor Papa drento…- e se brucierà Roma, brucierà tutta Roma – puro cor Parlamento e cor Papa drento…- e se brucierà Roma, cadrà – sarebbe ora ? – l’Italia intera, e se brucierà e scomparirà l’Italia intera, brucierà e cadrà tutto il mondo. Così dice la profezìa romana. Perciò, teniàmola cautamente ferma ‘sta fiamma, anche se sempre ‘in callo’, sempre pronta a castiga’. Sarebbe quasi
ferma ‘sta fiamma, anche se sempre ‘in callo’, sempre pronta a castiga’. Sarebbe quasi Tu poi sta’ sempre bene attento a come parli e a quel che dici: qui puro i muri ci hanno le orecchie. Nun chiama’ l’Urbe “ingrata”, ché come accoglie lei li migranti nun li accoglie nessuno… Ora siamo anche spiàti tutti ( ma in tutto er monno, nun solo qui a Roma…). Occhio che te danno come gnente 10 tratti de corda e te spezzano i polsi, “per ordine dell’ Eccellentissimo Signor Connestabile de Roma… Un artro, certo, non quello medesimo – so’ passati 4 secoli precisi – che, mentre il corpo de Giordano Bruno bruciava in Campo de’Fiori, se lamentava perché se sentiva ariva’ in Palazzo Farnese – poverino!!!” – puzza de carne bruciata…
ferma ‘sta fiamma, anche se sempre ‘in callo’, sempre pronta a castiga’. Sarebbe quasi Tu poi sta’ sempre bene attento a come parli e a quel che dici: qui puro i muri ci hanno le orecchie. Nun chiama’ l’Urbe “ingrata”, ché come accoglie lei li migranti nun li accoglie nessuno… Ora siamo anche spiàti tutti ( ma in tutto er monno, nun solo qui a Roma…). Occhio che te danno come gnente 10 tratti de corda e te spezzano i polsi, “per ordine dell’ Eccellentissimo Signor Connestabile de Roma… Un artro, certo, non quello medesimo – so’ passati 4 secoli precisi – che, mentre il corpo de Giordano Bruno bruciava in Campo de’Fiori, se lamentava perché se sentiva ariva’ in Palazzo Farnese – poverino!!!” – puzza de carne bruciata…
GIOVANE in carrozzella: Ma che forse non ho ragione di lamentarmi? E’ sempre peggio : di scìvoli, all’interno della città, non ne trovi neanche a pagarli oro. Non c’è un cane che ti facìliti il cammino… Solo per salire ‘sta scalinata bellissima mi hanno dovuto afferrare saldamente la carrozzella tre brave persone volenterose, due ai lati e una davanti… Non c’è rispetto. E poi le male espressioni che ti tirano dietro; “ ma mo’ che vole questo?”, “ ma questo chi ce l’ha mannato proprio oggi”, “Anvedi questo! Ma dove vole anna’, me pare matto …”. E così via… Così mi tocca evitare tutto ciò che, invece , è concesso a una persona, ad un cittadino che sta bene ed in forze… Sta’ a vedere che, adesso, non vado nemmeno più al bagno… Piuttosto tu raccontami: che cosa vi dite sempre lì a ciacolar con il Dio Fluviale Tiberinus, che sta alle tue spalle? E’ difficile parlarsi a causa della reciproca posizione scomoda, Tiberino guarda il sedere del tuo bel cavallo e la tua schiena…
MARCO AURELIO: Be’, ci scambiamo opinioni, punti di vista su fatti e su situazioni e vicende pubbliche e private, in fondo siamo un Imperatore letterato e filosofo ed un Fiume, Tiber, notissimo in tutto il mondo… Del resto, senza il Tevere non sarebbe neppure esistita Roma: Roma è il suo fiume ed il fiume è ROMA/AMOR…Per l’ppunto ROMA è A-MORE, l’Immortale, colei che non muore mai…Guai…Te l’ho detto prima, Roma, morendo, si tirerebbe dietro il mondo intero… L’Amore vero, del resto, se è vero, appunto, NON muore mai. Se l’Amore è Amore…
Tiberinus fluisce sempre, come il Tempo, che sempre fugge, ed io, da parte mia, gli insegno la retorica, la dialettica e la Poesia e, maxime, la sapienza, l’Amore per la Saggezza, per l’appunto la Philo-SOPHIA…
E poi, sapessi quante ne vedo de storture, qui immobile tutto il giorno, co ‘sto campo lungo e fisso, panoramico, della mia macchina da presa interiore – che non sono soltanto i miei occhi –. Ce ne avrei de cose da raccontare… Sapessi quanti politici, pardon ‘politicanti‘, vedo passare da sempre ( fin dai tempi de Cola de Rienzo, che poverello sta puro lui da solo in marmo qui più in basso su ‘sta scalinata ) ed entrare muro muro e de soppiatto nel Capitolium – e pensa’ che nell’antichità era un luogo Sacro, un ‘Umbilicus URBIS – . ‘Ragazzi, come passa il tempo’. Oggi non è più il Sindaco, ma c’è la Sindaca, speramo bene…Ma niente, nun c’è trippa pe’ gatti… Nun s’abbioccano co’ nessuno. Gnente favori a nessuno ( fosse vero!!! ).
Si sente qualcuno che, nel frattempo, intona una vecchia canzone de Roma:
“…Sotto un cielo de 5 Stelle ,/ Roma un po’ stanca mi appare…”.
MARCO AURELIO
e il ragazzo in carroz. : Quest’ oggi, poi, è proprio una gran bella giornata, e noi qui, comunque felici, entrambi piuttosto IMMOBILI anche contro la nostra stessa volontà, siamo qui in pace a godercela: RAGGI de sole ovunque, specialmente sulla virginea Urbe. Godiàmocela e restiamo calmi e quieti qui a scardasse ‘ste quattro ossa a rotelle e ‘ste quattro venature de marmo… Nun stamo a fa’ der male a nessuno. Semo innocui…
CIAO. E’ stato un vero piacere reciproco. Arrivederci -a- Roma…
Maurizio Macale
Mauro Navarra